WORKSHOP SULLA FOTOGRAFIA DI STILL-LIFE
Considerazioni finali di Adriano Frisanco
Sabato e domenica 23 e 24 febbraio, presso la sede del CCF, si è svolto il Workshop sulla fotografia di still-life, giunto alla sua decima edizione e al quale hanno partecipato tre soci: Fabio, Grazia e Martina.
La fotografia di oggetti inanimati (ma non “morti” come fa pensare il termine italiano “Natura Morta”…), che nella dizione inglese prende il nome di still-life (letteralmente tradotto: vita immobile) è un genere di fotografia che oggigiorno non esercita grande attrazione sulla massa delle persone che le preferiscono generi più dinamici, capaci di fornire soddisfazioni immediate e che non comportino impegno progettuale e paziente lavoro di realizzazione. Ma non sanno cosa perdono.
Lo still-life è il regno della creatività, della fantasia, dell’invenzione, è il luogo nel quale ognuno è solo con sé stesso e non dipende da nulla e nessuno.
Lo still-life non regala niente, il risultato finale è frutto, nel bene e nel male, del lavoro dell’autore, che non ha alibi per spiegare la riuscita poco soddisfacente del risultato ma ha a disposizione tutto il tempo che vuole per rimediare, rifare, correggere, stravolgere o perfezionare.
L’edizione del workshop appena conclusa ha confermato quanto sopra in maniera lampante ed è per me sempre fonte di grande soddisfazione assistere alla crescita della capacità di osservazione, di analisi e di “problem solving” che i partecipanti maturano nel corso delle due giornate di attività didattica.
Le immagini che illustrano queste considerazioni testimoniano più di mille parole il laborioso ed entusiasmante percorso che parte dalla banale riproduzione di un oggetto inanimato e approda a un’immagine piena di fascino e suggestione, attraverso la composizione e l’uso sempre più sapiente della luce, capace di trasfigurare in maniera sorprendente la realtà.