AL RITORNO DA MILANO
Domenica 19 febbraio, con un piccolo gruppo di appassionate fotografe, sono andato a Milano a visitare due mostre fotografiche: quella dedicata a Paolo Monti, ospitata al Castello Sforzesco e visitabile ancora per qualche settimana e poi quella sul lavoro di Robert Frank intitolato "THE AMERICANS".
E, come sempre mi succede, le mostre e le stimolanti immagini che le compongono, me le porto a casa e me le appendo alle pareti virtuali della mia mente. Ripercorro la mostra di Paolo Monti con la precisa sensazione di aver capito, un ennesima volta (non si finisce mai di imparare!) cosa sia la fotografia in bianco e nero, la forza espressiva dei chiaroscuri, il gioco delle geometrie, la poesia di certi tenui grigi.
Quanto alla mostra "The Americans", che esponeva le 83 immagini scelte da Robert Frank per il libro che ha cambiato il modo di vedere l'America, non posso che accodarmi al coro di apprezzamenti che ha suscitato in tutto il mondo (negli Stati Uniti ci vollero alcuni anni prima che il suo lavoro fosse capito e accettato).
La sincerità e l'assenza di artificiosità che emana il lavoro di Frank è una lezione su cosa possa trasmettere la fotografia di reportage quando è capace di rinunciare al narcisismo.
Qualche informazione sul alvoro di Frank: finanziato con una borsa di studio della fondazione Guggenheim, il trentunenne Robert, a bordo di una vecchia Ford in compagnia di moglie e figli, ha attraversato 48 stati, scattando la bellezza di 28.000 fotografie!