PENSIERO ED EMOZIONI
Contributo di LORENZO SPETTOLI
Ferdinando Scianna, una piccola riflessione personale.
“La più grande ambizione di una fotografia è quella di fare parte di un album di famiglia”.
Questa citazione di Ferdinando Scianna mi ha sempre lasciato molto perplesso.
Pur ragionandoci sopra, stentavo a capire come un fotografo del suo livello potesse davvero pensare che tutto ciò che si potesse sperare per una bella immagine fosse finire negli album che tutti noi abbiamo a casa.
Ripensavo ai tanti album fotografici conservati a casa dei miei genitori, con le centinaia di istantanee scattate da mio padre con la sua vecchia Yashica a telemetro.
Le rivedevo tutte, mentalmente, e rimanevo convinto del fatto che, molto probabilmente, nessuna di quelle fotografie potesse considerarsi realmente valida su un piano estetico, artistico, tecnico.
E si tratta, in fondo, delle stesse identiche foto che si possono trovare nelle case di tutti quelli come me, nati e cresciuti negli anni '70 e '80: le feste di compleanno, attorniati da amici e parenti, le vacanze al mare, le gite in montagna, i primi giorni di scuola...foto ormai ingiallite dal tempo e da fissaggi scadenti.
Continuavo ad interrogarmi sul motivo per cui un bello scatto dovesse non solo accontentarsi, ma addirittura ambire a finire tra composizioni amatoriali e messe a fuoco stentate.
Ma poi, piano piano, ho iniziato a capire.
Ho realizzato che, senza quelle immagini, probabilmente non esisterebbe nemmeno il mio ricordo di quegli eventi.
Guardare quelle fotografie, sfogliare e risfogliare gli album con le pagine che rischiavano di staccarsi, con la carta velina tra un foglio e l'altro, era come aprire una grande finestra sul mio passato: da quella finestra potevo ritornare immediatamente in certi luoghi, rivivere particolari e precisi momenti della mia vita, ritrovare persone di cui avevo perso ogni traccia.
E ho capito che solo grazie a quelle immagini tutto ciò diventava possibile.
In un solo momento ero tornato in quella casa al mare dove con i nonni trascorrevamo il mese di Agosto, ecco che poi sentivo il pungere della lana dei maglioni fatti da mia zia. Infine c'era davanti a me mia sorella con la sua bicicletta rossa...
Tutto questo era stato rimosso, o forse accantonato per bene in qualche angolo del mio cervello, ma era bastato aprire nuovamente quei raccoglitori per farlo ritornare, vero e quasi tangibile.
Ecco che allora quello che dice Scianna acquista un senso, diventa chiaro, lo faccio mio.
Mi immagino nel momento in cui, con la reflex in mano, cerco invano La Foto mi rivedo nella delusione che provo davanti al computer, una volta scaricati tutti i file, nel capire che nemmeno un buon lavoro di post produzione renderà al meglio quello che i miei occhi hanno visto...ma ecco che la lezione di Scianna un po' mi conforta, mitiga il disappunto che spesso si prova.
E poi penso alle decine di giga occupate nei nostri computer da tutte le nostre fotografie, così come agli album cartacei che oggi trovano spazio in librerie e cassettiere.
Forse, un giorno, i miei figli e nipoti avranno l'occasione di entrare in immensi archivi digitali per guardare tutte queste immagini. Forse cercheranno scatti perfetti, momenti decisivi o inquadrature originali ma probabilmente troveranno solamente memorie di una vita che, in fondo, li riguarderà da vicino.
E forse capiranno, come diceva Italo Calvino, che “ogni foto è un ricordo futuro”.
Lorenzo Spettoli, socio fondatore nonchè vicepresidente del CCF